E’ in atto un ampio dibattito relativo al futuro del Reddito di Cittadinanza, sono molte le incertezze e in tanti stanno a guardare le proposte dei vari partiti, soprattutto in vista delle prossime elezioni, ormai alle porte. Non ci addentriamo specificamente sulle proposte, sulle idee circolanti rispetto a questo importante provvedimento a contrasto alla povertà ma riportiamo sommariamente quelli che sono gli orientamenti principali senza riferimenti partitici.
Il Reddito di Cittadinanza
Il Reddito di Cittadinanza è stato uno dei primi provvedimenti varati dal governo Conte 1, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle e approvato con l’accordo con la Lega che faceva parte del medesimo governo giallo-verde.
Questo provvedimento si divide in due parti: Da un lato un aiuto economico per le persone in difficoltà economiche che si compone di:
- Persone disoccupate ma potenzialmente impiegabili
- Persone che per motivi di età o di impedimento a lavorare per mille diversi motivi non sono impiegabili
Relativamente alla prima categoria di persone, l’erogazione del Reddito di Cittadinanza è legata alla disponibilità della persona ad accettare un lavoro proposto e disponibilità a seguire percorsi di formazione tesi ad una maggiore possibilità di trovare lavoro.
Si è innestata in questo meccanismo la figura del Navigator con il compito di analizzare la posizione e le competenze delle persone percettori del Reddito al fine di incrociare offerta e richiesta sul territorio, proponendo fino a tre lavori, uno dei quali la persone deve accettare per mantenere il diritto al Reddito di Cittadinanza.
Questo aspetto relativo alla politica attiva del lavoro non ha funzionato, su questo sono tutti d’accordo, dalla sinistra alla destra. Da qui deriva la necessità di modificare le norme di funzionamento del Reddito di Cittadinanza ma le ricette sono molto diverse tra le forze politiche. Ecco, perciò, che si innestano incertezze sul futuro, per via delle vicine elezioni e di ciò che accadrà in funzione di chi vince le medesime.
Le modifiche al Reddito di Cittadinanza
A parte le diverse posizioni politiche sul Reddito di Cittadinanza, tra chi punta su una conferma della misura e chi, invece, vorrebbe abolirla, intanto già il governo Draghi ha introdotto delle modifiche importanti.
Dal 15 di luglio 2022 è operativa la cosiddetta “Dichiarazione di Immediata Disponibilità o DID. Si tratta di una disponibilità al lavoro automatica, non occorre quindi scrivere, firmare o inoltrare nulla.
All’atto della presentazione della domanda di Reddito di Cittadinanza si attiva la DID che prevede l’obbligo di accettare un lavoro proposto, da parte di chi è dichiarato idoneo al lavoro nel nucleo famigliare.
In caso di non accettazione di un lavoro congruo, compatibile con la capacità e professionalità della persona, automaticamente si perde il diritto al Reddito di Cittadinanza. Questo nel caso estremo ma c’è un gradino prima che accada questo. Al primo rifiuto giustificato del lavoro si va incontro ad una decurtazione del Reddito se superiore a 300 euro mensili ma a fronte di ulteriori rifiuti il reddito viene revocato.
Nel futuro ci sono proposte e idee diverse nei diversi schieramenti politici. Uno di questi prevede una fonte di reddito solo per le persone che non hanno la possibilità di lavorare per diversi motivi.
Lo Stato, perciò, comunque non lascerà in ogni caso abbandonate a se stesse le persone in difficoltà e senza alternative mentre si pensa di attribuire alle aziende l’entità del reddito di cittadinanza a fronte dell’assunzione dei percettori, favorendo la dignità del lavoro e l’occupazione, quindi.
Altre forze politiche vorrebbero lasciare la parte assistenziale del Reddito di Cittadinanza così come è ora ma con interventi concreti a favore della ricerca di lavoro. Cosa realmente accadrà lo si vedrà solo dopo le elezioni, quello che è certo è che il Reddito di Cittadinanza è stato finanziato ancora per il 2022 attraverso la Legge di Bilancio a gennaio del medesimo anno, perciò eventuali interventi di modifica sostanziale si vedranno con la prossima Legge di Bilancio.