Le ultime decisioni della BCE

Tutto ancora fermo?

Serpeggia una certa delusione in molti ambienti finanziari ma soprattutto la Germania è scontenta per quelle che si preannunciano le decisioni della BCE. Da molto tempo, infatti, la Germania preme affinché la Banca Centrale Europea metta la parola fine al Qe e dia inizio ad un rialzo dei tassi di interesse. Ovviamente questa posizione tedesca risponde ad esigenze di politica economica interna e con il sentimento popolare tedesco. La Germania è stata la prima a registrare significativi incrementi dell’inflazione e al momento attuale è, nell’Eurozona, il Paese in cui l’inflazione è ai livelli maggiori. Questo significa che il costo della vita in Germania sale più che altrove mentre i tassi di interesse bloccati provocano l’assenza o quasi di rendimento dei risparmi e rendimenti scarsi anche negli investimenti a rischio basso. I tedeschi, per via di questa concomitanza di situazioni si trovano con una certa erosione del potere d’acquisto e di questo il Governo di Berlino si rende perfettamente conto anche per le proteste che raccoglie in questo senso.

La posizione degli altri Paesi

L’Italia e le altre economie deboli Europee, al contrario, si avvantaggiano della politica monetaria della BCE. Se dovesse interrompersi il Qe e dovessero salire i tassi di interesse l’Italia avrebbe seri problemi a mantenere sotto controllo il debito pubblico. La conseguenza di questo sarebbe un rallentamento della crescita appena riavviata timidamente e una condizione di sovraindebitamento estero che andrebbe ad aumentare ulteriormente il debito, una spirale difficile da interrompere se non con provvedimenti pesanti che inciderebbero sensibilmente sulla vita degli italiani. In questo quadro, Mario Draghi avrebbe deciso di mantenere in essere il Qe anche nel 2018 e mantenere fermi anche i tassi di interesse. Si attende a breve una comunicazione ufficiale che dovrebbe confermare tutto questo. Molti analisti si aspettano, a questo punto, un mantenimento del Qe fino a settembre 2018 e tassi invariati almeno fino alla metà del prossimo anno.